L’accordo del Nazareno sancito tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi delinea nuovi scenari nella politica nazionale.
Viene con forza riproposto un bipolarismo forte che agevolerà i partiti più grandi a dispetto della rappresentatività dei piccoli.
Il sogno centrista con questo modello spagnolo torna nuovamente in alto mare.
Entro Aprile la riforma verrà approvata dal Parlamento e si inaugura una stagione di riforme che vanno dalla modifica del Senato delle Regioni e alla modifica del Titolo V della costituzione.
Cosa prevede la nuova legge elettorale?
Prevede il modello proporzionale a turno unico con liste bloccate molte corte con un minimo di 4 o 6 candidati in piccole circoscrizioni che in totale in Italia saranno 114.
E’ previsto un premio di maggioranza del 15% per la lista che supera il 35/40% che corrisponde a circa 92 deputati.
I seggi vengono assegnati a livello nazionale dove sono previste due sbarramenti:il 5% per le liste in coalizione e l’8% per le liste singole.
Si userebbe per la ripartizione il metodo proporzionale d’Hondt. Una volta calcolati i seggi conquistati a livello nazionale si dividerebbero scegliendo i migliori risultati di ciascuna lista nelle circoscrizioni.
Il Parlamento varerà questa legge?
Cosa faranno i grillini , l’UDC e la Lega che si sono pronunciati per il no all’intesa sancita? E non mancano le proteste dentro lo stesso Pd verso Renzi che ha rilegittimato Berlusconi dopo le note vicende giudiziarie. Ma non poteva fare altro visto che le riforme devono essere necessariamente condivise.
Letta tira un sospiro di sollievo e si avvia verso un Letta bis con un probabile rimpasto e un nuovo governo.
La Nazione ha bisogno di stabilità politica per rilanciare lo sviluppo e l’economia e i riflessi su investimenti e occupazione potrebbero essere consistenti soprattutto per le famiglie che sono le piu’ colpite dalla crisi.
Lo vedremo nei prossimi mesi
Orazio D’Antoni