Catania, Casta Diva

castadivaLa celebre pagina composta da Vincenzo Bellini, evoca la preghiera che la sacerdotessa gallica, eleva alla Luna, invocandone la Pace quaggiù. A dir la verità, il quesito me l’ ero posto, per il nostro mensile appuntamento su Ad Gentes :  Come sta la nostra città? E’ casta, è diva? O non c’è davvero Pace (e rizettu) come si dice dalle nostre parti.

 

Tra caos imperante e traffico, lavavetri ai semafori, parcheggiatori ed ambulanti abusivi, indubbiamente Casta non lo è.

Forse nemmeno Diva se ci riferiamo ai quartieri. Il cuore della city (C.so Sicilia), la sera è  stato un Bronx, nella zona di Via Napoli, Sassari, Vicenza, Genova, Cagliari, il posteggio è assicurato…in terza fila. La Domenica in Piazza Dante c’è il mercato della pulci e queste (insetti-classe artropodi) insieme alla puzza ci sono davvero. Qui alle ambulanze in uscita dall’Ospedale S.Marta è impedito il transito, anche se in attività di pronto soccorso. Dice e  va bene, ma gli autobus? Qualcuno, per vetustà, si guasta e li ritroviamo trainati. Per questo ci si attarda alle fermate dell’A.M.T…. La sera, invece, si può provare il relax con la movida di Piazza Teatro Massimo (dolce eufemismo), tra  fumo, bulli, musica,struscio, bevande, ecc. (vorremmo aggiungere è qui che cade l’asino, ma ci asteniamo dal farlo).

 

Per tutto ciò ne soffre il nostro fegato: ma niente paura, c’è il numero verde delle prenotazioni ospedaliere, che se ti va bene nel senso che ti rispondono, sei prenotato sine die, o sino a quando il Padreterno non ci libera, chiamandoci a sé. Giovani senza lavoro ed in fuga con i loro cervelli.  Scandali nella ristorazione e negli Enti di formazione professionale (truffe persino in Tribunale per progetti non eseguiti!). E le belle giornate della festa di S.Agata, grazie alle ordinanze-divieto di accensione dei ceroni? Beh qualcosa i catanesi la devono pur accendere, per non tornare al buio tutto l’inverno, come ai tempi della sindacatura Stancanelli. La verità è che manca l’armonia, c’è distacco e scollamento tra le istituzioni, che non hanno mai programmato una seria “carta dei servizi” , ed i cittadini-residenti-abitanti, mai coinvolti. Senza condivisione o tavoli di confronto e collaborazione, non c’è sintonia e compartecipazione alla vita della comunità cittadina. La Polis langue,arranca e fa fatica a decollare. Davvero non c’è Pace. Viviamo a la “son fa so”.

 

Uno sportello  o cassetta postale del primo cittadino si ritiene utile allocarla, davanti al Municipio, per raccogliere inviti, istanze, suggerimenti, lagnanze, proposte e percorsi, fugare dubbi, ma con tanto di risposta del Sindaco e che non sia  un doppione dell’U.R.P. . Era nota la vitalità del catanese, qualcosa che stupiva. La sua inventiva suscitava meraviglia. Ora non più. C’è un’atmosfera stagnante, si cade nella rassegnazione, mentre a chi ci sta accanto sarebbe bene provocare interesse al bene comune. Troppe le disparità, ingiustizie, dimenticanze e dispiace non poterle citare tutte, l’orrore del restauro del Giardino Bellini con la sua non-vigilanza, cani randagi, il suo grande piazzale che diventa fanchiglia se piove, panchine divelte, acciottolato sconnesso, la ex Casina cinese( ma comu finiu?), il Chiosco della musica inattivo, abbandonato, la vasca dei cigni (metallici) sporca. Tombini intasati che favoriscono le inondazioni, il sistema fognario che è una…fogna. Anni addietro una povera ragazza è morta in Via Galermo, travolta dalle acque, ed il Villaggio S. Maria Goretti, laguna di veneziana memoria? Forse per questo non si festeggia il Carnevale nella nostra città, perché sanno che c’è poco da ridere.  La verità è che mancano sicurezza e legalità. Il territorio è incontrollato.

Qualche proposta per riavvicinare: perché non indire la Festa della Famiglia in città avente per tema : Riconciliamoci ! con un grande happening ?  O creare gli Orti Sociali nei terreni comunali abbandonati, da cedere in gestione ai disoccupati, esodati, inoccupati, pensionati? Questo si chiama “fare sistema”, come si insegna in Matematica, quando davanti a soluzioni apparentemente impossibili, si escogitano nuove metodologie. E perché non assegnare un premio a chi aggrega, fa prevenzione di salute facendo correre, sudare (via la pancetta) e ritrovarsi felicemente “assieme” a correre, passeggiare, contribuendo al miglioramento delle criticità o a situazioni carenti in Ospedali, Centri di interesse sociale,a costo zero per l’Amministrazione, attraverso quella meraviglia di invenzione che è “CORRI CATANIA”?

 

Al Comitato Organizzatore gradiremmo venisse conferita la CANDELORA D’ORO. Sarebbe il minimo, giusto e dovuto riconoscimento, l’inizio di un nuovo giorno, senza balbettii, per potere volare alto, come l’aria della CASTA DIVA.

 

                                                                                                                                                Piero   Privitera

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