Nel Salone dei Vescovi della nostra Diocesi, il mese scorso, s’è tenuto un incontro per continuare la riflessione dell’ultima Giornata Sociale Diocesana. E’ a tutti noto che il dramma occupazionale in questi anni si è sempre fatto più acuto e incide molto sulla vita delle nostre famiglie. Per questo motivo il tema trattato “La Via Crucis del Lavoro”, si inquadra nell’ottica della responsabilità politica, sociale e di partecipazione democratica.
A margine dei lavori una osservazione mi sorge spontanea: la mancata massiccia adesione a cosa è dovuta? Alla crisi occupazionale attuale che rischia di far divenire anacronistico il tema trattato o alla…overdose di tanta gente che vive quotidianamente la propria Via Crucis, cercando lavoro, impiego, occupazione ecc.? Sicuramente non è bello incontrare un biologo 45enne che per sbarcare il lunario si ricicla sui trampoli nelle feste per ragazzi. Lo fa per dimenticare per un istante i propri guai, stante che ha perduto il lavoro di formatore professionale?
Chissà perchè, …intanto è giunta la Santa Pasqua e questo è un periodo forte dell’anno liturgico. Dunque mi ritrovo anch’io a meditare, riflettere sulla nostra condizione, non solo religiosa, ma di essere vivente, di cittadino impegnato in una Comunità che arranca, soffre e non riesce a dare risposte adeguate alle innumerevoli richieste che giungono dal basso, dall’utenza, dalla vulnerabile Società, dove pare sia saltato il sistema d’una civile convivenza, per mancanza di lavoro, sviluppo, di attese e speranza negate. O forse abbiamo bisogno della sofferenza per far crescere il nostro ingegno e l’inventiva. E qui mi sovvengono le eccezionali performances, in Piazza Università, organizzate dal Teatro Stabile che protestando per la mancata concessione dei contributi regionali, offrivano spettacoli, o le serate degli orchestrali del Teatro Massimo Bellini (anche la loro è una civile rimostranza) che auto-organizzandosi regalano gratis piacevolissime serate musicali.
Ora, per un senso di giustizia sociale, o perché la Politica, per ignavia, ma rimane sempre la madre di tutte le risoluzioni, si trastulla o si disinteressa dei problemi della Comunità, forse non ci rimane altro che rivolgerci al Padreterno, per cui
CON TE VOGLIO PARLARE
E con chi altri potrei parlare se non con TE, poiché presso di Te è l’eternità. O forse c’è qualcosa che non abbia origine dal tuo cuore, quale prima sorgente? Scriveva Mauriac : “Cristo cammina per tutte le strade del mondo, anche sulla nostra. Mai potremo dire di non averlo incontrato”. Smarriti come siamo, come possiamo chiamarti se non Dio della Speranza per le nostre attese? Il tuo sconfinato essere amore abbatte gli angusti confini delle nostre misere povertà, perchè tu sei l’infinito, il senza limiti e confini, inafferrabile ed incomprensibile. Ma tutto ciò che è incomprensibile, non smette affatto di esistere, pertanto come ti pregavamo lo scorso Natale, “che attendi a riprendere in mano tua il governo dei giorni nostri?”, parafrasando Padre David Maria Turoldo, ti rivolgiamo adesso la stessa preghiera. Non è che nei nostri Comuni, (frattanto sono state abolite le Province), nella nostra Regione, con i soliti vecchi arnesi, siamo ben messi, tra liti, spaccature, ambizioni malcelate, agguati nel segreto dell’urna, notti dai lunghi coltelli, accordi e prebende, benefit e spese pazze. Invocando la Tua risurrezione, sappiamo che il Tuo non è un “nuovo venire”, perché eterno come sei non ci hai mai lasciato.
Ma una richiesta ci nasce sincera. Tu che grandi cose hai fatto per noi, fa che almeno questo venga a realizzarsi : illumina le menti dei nostri amministratori, alla dimensione del bene comune da valorizzare, sviluppare, con la consapevolezza della trasparenza, nell’esclusivo interesse della collettività, terreno sul quale si gioca la scommessa del nostro futuro. Senza egoismi o sentirsi al centro del mondo,perché in certe poltrone.
Ti parliamo da insipienti, perdonaci dunque Padreterno, ma solo la Sapienza Tua ci migliora, perché benedetta è la Tua misericordia, o Dio nostra Pasqua.
Con i più sinceri auguri di una Serena e Santa Pasqua a Tutti.
Piero Privitera